Sentenza del Consiglio di Stato: confermata la validità dei certificati UKAS anche nel contesto degli appalti pubblici e non solo nel settore privato

Il Consiglio di Stato è recentemente tornato sulla questione della validità e spendibilità dei certificati emessi da enti accreditati da UKAS (United Kingdom Accreditation Service). 

In una precedente decisione dell’aprile scorso (sentenza n. 4089/2023), la V Sezione aveva dichiarato che tali certificati non avevano più valore nelle procedure di gara degli Stati membri. 

Tuttavia, con una nuova e recentissima sentenza (n. 9628/2023) datata 09/11/2023, la stessa V Sezione ha invece confermato la piena validità e spendibilità dei certificati emessi con l’accreditamento UKAS.

Anche nel contesto degli appalti pubblici e non solo nel settore privato, la sentenza sottolinea che:

– La fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea non impatta sulla validità dei certificati emessi dai CAB (Conformity Assessment Bodies) accreditati da UKAS. L’equivalenza delle caratteristiche e delle qualità rispetto agli organismi nazionali degli Stati membri rimane immutata. In particolare, le certificazioni di qualità rilasciate da enti stranieri accreditati da UKAS sono (ri)affermate come pienamente equivalenti a quelle degli organismi accreditati dagli enti nazionali degli Stati membri dell’UE, in conformità all’accordo EA MLA;

– Le certificazioni emesse dai CAB accreditati da UKAS mantengono la loro validità e spendibilità anche nel contesto degli appalti pubblici, ritenute equivalenti a quelle rilasciate dagli enti nazionali di accreditamento degli Stati membri dell’UE;

– Il Consiglio di Stato, nella stessa pronuncia, ha deciso di non rimettere il caso alla Corte di Giustizia Europea, evidenziando che l’interpretazione dei regolamenti UE è così evidente da non sorgere ragionevoli dubbi.